- Presentazione di Cristina Nuñez
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- L’UOMO NELLA CITTA’ – 1997
- IL PAESAGGIO: alla ricerca dei segni – 1994
CORPO POLITICO Workshop di autoritratto secondo il metodo The Self-Portrait Experience A cura di Cristina Nuñez
Proprio perché spesso non ci piace il nostro corpo, indipendentemente da quanto corrisponde ai canoni estetici imperanti, questo rapporto difficile che ci provoca emozioni, vulnerabilità e sbalzi di autostima è un potente materiale grezzo per la produzione artistica autobiografica. Con l’autoritratto trasformiamo dolore in arte, o perché le opere non solo ci permettono di cambiare la percezione del nostro corpo e del nostro volto, scoprendo quindi nuovi modi di guardarci, ma parlano anche ad altri che si rispecchiano. Ci permettono di diventare portavoce di tanti, e la condivisione col pubblico, se e quando ci sentiamo pronti, è un atto politico, ed è l’ultimo stadio di questo processo alchemico. Nell’autoritratto siamo, allo stesso tempo, autore, soggetto e spettatore, e la potente dinamica tra i tre ruoli scatena il processo creativo che stimola l’inconscio a parlare col linguaggio dell’arte e produrre delle opere d’impatto che mostreranno il nostro corpo come espressione di valori quali la libertà fisica, mentale ed emotiva. Libertà, sì, ma con l’autoritratto, non con il selfie, che spesso utilizziamo per migliorare l’immagine che proiettiamo al mondo, col rischio però di alterare o persino falsificare stati d’animo e apparenze fisiche. Nelle reti sociali da tempo si è istaurata la dittatura della felicità forzata e quindi la schiavitù del giudizio altrui, e che a quanto pare va a incidere sulla nostra autostima. Il selfie quindi è principalmente la nostra immagine pubblica, che viene controllata e manipolata secondo quello che vogliamo trasmettere al mondo. L’autoritratto invece, col metodo The Self-Portrait Experience, è un dialogo interiore tra sé e sé, per rendere visibile liberamente qualunque emozione o stato d’animo abbia bisogno di espressione. Cristina Nuñez |